Forma
La ricerca dell’artista ha sempre avuto come campo d’azione e d’ispirazione il mondo della pubblicità e dei mass media. De Pascale indaga il linguaggio degli spot e dei prodotti della moderna società dei consumi, decostruendolo negli elementi e nei codici linguistici elementari (verbali, visivi e tattili), riassemblandoli e facendoli divenire veicolatori di messaggi del tutto inediti. La derivazione pop dei suoi lavori appare evidente ma del tutto originale appare la capacità di manipolare concettualmente il prodotto industriale e seriale che viene restituito alla dimensione di unicum da un accurato e minuzioso lavoro manuale. La pittura recupera così la sua originalità e specificità contro la critica benjaminiana circa la riproducibilità dell’opera d’arte, proseguendo lungo un percorso che, iniziato da Warhol, è proseguito poi con artisti come Schifano, Koons, fino a Sachs e Friedman. Ogni dettaglio, dalle immagini ai loghi, dagli slogan al packaging, diventa un crocevia per possibili dirottamenti, incroci, sostituzioni e associazioni logiche e concettuali. La confezione e l’imballaggio del prodotto sono il medium e diventano campo privilegiato di contaminazione ed interferenza, per dialogare in modo critico con un pubblico ormai educato all’iconografia e al linguaggio dei mass media.
Concetto
La serie, qui rappresentata con 2 lavori, riprende la grafica e il packaging, seppur fuori scala, di una nota marca di cioccolato. La parola Break sostituisce il nome del prodotto (non il font), attribuendogli il significato esteso di rottura e pausa, squarcio ed intervallo. Rispetto a cosa, dunque? Certamente ad uno stereotipo, ad un’immagine consueta, ad un marchio cui, intuitivamente, il pubblico associa un prodotto e il modello che vi è stato costruito intorno dalla pubblicità. La dolcezza dello snack a portata di mano, l’evocazione di una natura incontaminata e rassicurante, lo slogan che descrive le qualità irripetibili del prodotto: sono questi i messaggi sui quali si concentra la ricerca di De Pascale per innescare dirottamenti e singolari metamorfosi. Questi oli su tela intelaiata sono una raffinata ricerca sul genere del paesaggio: la sostituzione dell’originale veduta alpina fiorita con la mucca al pascolo è infatti compiuta attingendo materiale dalla cronaca quotidiana. Quelli rappresentati sono frame tratti da servizi giornalistici della televisione, che sempre più tende a spettacolarizzare il dramma quotidiano, trasformandolo in fiction. Per questo l’opera di De Pascale procede in due direzioni ben definite e, alla fine, convergenti: da un lato lo svelamento dei falsi modelli di vita veicolati dalla pubblicità e dall’altro l’analisi critica della comunicazione di massa, che trasforma in fiction la realtà più cruda e drammatica, facendone un reality show. Interessante è poi che le scene di cronaca scelte, si innestino perfettamente nel prodotto adottato, addirittura evidenziando ambigue affinità percettive tra morfologia del prodotto e dettaglio giornalistico. Questa nuova realtà contraddittoria punta a risvegliare nello spettatore una consapevolezza dalla quale si produca un atteggiamento critico nei confronti della realtà e dell’astrazione di essa veicolata dai media.
Form
The artist's field of research has always drawn inspiration from the world of advertisement and of mass media. De Pascale investigates the language of spots and of the products of the modern consumer society, deconstructing it into its components and its basic linguistic codes (verbal, visual and tactile) reassembling them and transforming them into vehicles of completely new messages. The indebtedness to pop art of his work is obvious but what is utterly original is his capacity of manipulating from a conceptual point of view an industrial and serial product which is brought back to a unique dimension by means of an accurate and very detailed manual work. Painting thus recovers its originality and specificity as opposed to Benjamin criticism about the mechanical reproduction of the work of art, carrying on the search which started with Warhol to be followed up by artists like Schifano, Koons down to Sachs and Friedman. Every single detail from the images to the logos, from the slogans to packaging, becomes an intersection for possible re-routings, crossings, substitutions and logical and conceptual associations. The wrapping and packaging of the product are the medium and they become the privileged field of contamination and interference to interact in a critical way with an audience now trained to communicate with the world of icons and with the language of mass media.
Concept
The series represented here by two works, re-employs the graphics and packaging, though out of scale, of a famous brand of chocolate. The word Break substitutes the name of the product (not its font) covering both its semantic fields, of breaking and pause, a rift and an interval. In relation to what? Surely to a stereotype, to an everyday image, to a brand to which intuitively the audience associates a product and the model which advertising has built up around it. The sweetness of the snack within reach, the evocation of unpolluted and reassuring nature, the slogan which describes the unique qualities of the product: these are the messages on which De Pascale's research is focused to trigger off a chain of diversions and singular metamorphoses. These oils on framed canvas are a subtle research on the genre of landscape: the substitution of the original flowery alpine view with its grazing cow is achieved by drawing material from everyday news. What is illustrated are frames taken from television news reports which tend to turn men's daily predicament into a show thus transforming it into fiction. This is the reason why De Pascale's work takes up two very clearly defined directions which in the end converge: on one hand the disclosing of the deceitful models of life spread by advertising and on the other the critical analysis of mass communication which turns the most crude and dramatic reality into fiction transforming it into a reality show. A particularly interesting feature is the fact that the pieces of news chosen graft perfectly to the chosen products, even pointing out ambiguous perceptive affinities between the morphology of the product and the news detail. This new contradictory reality aims at provoking in the viewer a type of awareness which generates a critical attitude towards reality and its abstraction produced by media.